Riportiamo qui di seguito la lettera inviata dal coordinamento del SISA al Rettorato e al Consiglio dell’Università della Svizzera Italiana (USI), in merito ad alcuni attriti verificatisi tra il Decanato della Facoltà di Scienze della comunicazione e un gruppo di studenti.
1. ottobre 2016
Egregio signor Erez,
Egregio signor Gibbert,
Spettabili membri del Consiglio dell’Università della Svizzera Italiana,
con la presente intendiamo richiamare la vostra attenzione su un possibile caso di negligenza nei confronti dei diritti e delle richieste di un numero di studenti iscritti presso la vostra Università.
Come certamente sapete, un ampio gruppo (ben 43 i firmatari) di studenti iscritti al corso di “Metodi qualitativi” del terzo anno di bachelor in Scienze della comunicazione ha recentemente inoltrato (in data 19 settembre 2016) al Decanato della suddetta facoltà la richiesta di “poter seguire il corso del semestre 2016/2017 anche in lingua italiana”. Il sindacato è stato coinvolto da alcuni di questi studenti, che ci hanno trasmesso copia della richiesta e ci hanno presentato le circostanze da cui è scaturita la necessità di tale intervento.
Da parte nostra, non possiamo che ritenere rilevanti le rivendicazioni degli studenti, le quali ci paiono legittime e meritevoli di un’attenzione particolare da parte del Decanato della Facoltà di scienze della comunicazione (che avrebbe effettivamente potuto informare gli studenti con anticipo, evitando così che l’informazione giungesse solo 2 giorni prima dell’inizio del corso). Dobbiamo purtroppo constatare come questa sia però in buona parte mancata e come le autorità dell’Università non abbiano dimostrato sufficiente chiarezza nei confronti degli studenti, preferendo optare per colloqui “di facciata” con studentesse che non rappresentano il gruppo di firmatari e senza interloquire con chi invece si è preoccupato di redigere la richiesta, di inoltrarla e di contattare le autorità per ottenere spiegazioni. Ci pare inutile sottolineare come questo tipo di condotta sia da considerarsi discutibile per un’istituzione pubblica, come lo è l’USI.
Le giustificazioni addotte dal responsabile della comunicazione Giovanni Zavaritt sulla Regione di oggi ci paiono altrettanto opinabili, in quanto eludono vari aspetti presenti nella richiesta degli studenti, quali ad esempio la comprovata complessità della comprensione del corso già in italiano o la richiesta di poter svolgere lavori di gruppo e prove intermedie in lingua italiana, e glissano su aspetti potenzialmente discriminatori citati dai firmatati, quali il divario linguistico tra il livello B2 (richiesto per il bachelor) e il livello C1 (master), o la parità di trattamento con chi ha ottenuto il bachelor sostenendo il corso in italiano.
Il sindacato, che ha osservato gli sviluppi della situazione, non può rimanere a guardare e richiede quindi formalmente alle autorità dell’Università di intervenire presso il Decanato della suddetta facoltà per assicurarsi che le istanze degli studenti vengano accolte e che sia dato loro modo – in termini di tempo e di supporti di studio: “compendi e saggi” in lingua italiana – di recuperare le lezioni già svoltesi in lingua inglese. In secondo luogo, ci permettiamo di porvi alcune domande volte a chiarire aspetti degni di ulteriori chiarificazioni, relativi la risposta pubblicata a mezzo stampa:
1. quali sono i “vostri parametri” che permettono di qualificare il livello linguistico del corso come B2 e non come C1?
2. quali sono gli “strumenti specifici” messi a disposizione degli studenti?
3. come qualificano il rettorato e il Consiglio dell’USI l’operato del Decanato della facoltà di scienze della comunicazione?
4. Essi non ritengono che l’università, intesa come luogo di costruzione collettiva e democratica dei saperi, dovrebbe basarsi su una partecipazione attiva degli studenti nella formulazione delle decisioni e dei programmi che li concernono (come d’altra parte avviene in buona parte delle alte scuole d’Oltralpe)?
In attesa della vostra risposta, vi porgiamo i nostri più cordiali saluti.
Luca Robertini