di Luca Robertini, coordinatore del SISA
pubblicato sul “Caffè” dell’8 maggio 2016 (a cura di Patrizia Guenzi ed Ezio Rocchi Balbi)
Al liceo una sola bocciatura?
Una proposta sbagliata, che affibbia le “colpe” dei sempre più alti tassi ai non ben definiti allievi che vi si iscrivono “perché non sanno cosa fare nella vita”. Una proposta che si rifiuta di andare a fondo, evitando di capire e portare alla luce i veri problemi legati al grosso numero di allievi ripetenti, quasi come se la colpa del fallimento scolastico fosse strettamente legata all’allievo e alla sua famiglia.
Ma se invece fosse la scuola stessa a fallire? Se le tanto acclamate “equità, inclusività e qualità” del nostro sistema scolastico non fossero davvero così garantite? Di fronte alle statistiche ci rendiamo conto della grande selezione sociale che ancora esiste a livello di scuola media superiore.
Come può il Dipartimento della cultura, dell’educazione e dello sport proporre da una parte, l’abolizione della “media” per entrare al liceo, e, al contempo, definire un limite nelle bocciature? Si vuole mascherare una selezione sociale con una meritocratica? Così sembrerebbe.
La proposta di limitare le bocciature, infatti, non solo rischierebbe di lasciar disoccupati molti allievi dopo ben quattro anni di studi (se la seconda bocciatura dovesse arrivare in terza l’allievo si troverebbe a casa), ma minaccerebbe ulteriormente l’inclusività che il liceo dovrebbe sforzarsi di mantenere.
Vogliamo un liceo solo di ricchi?