Il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) ha preso atto con delusione delle conclusioni del rapporto della commissione “ambiente, territorio ed energia” del Gran Consiglio in merito alla petizione “Ticino: fai la tua parte per il clima!”, consegnata nel marzo 2019 e sottoscritta da oltre 4000 cittadine/i. Nel documento, che verrà discusso durante la seduta parlamentare della prossima settimana, si rinuncia infatti ad intervenire sul problema dell’eccessivo costo dei trasporti pubblici, contro il quale il SISA si batte da anni sostenendo l’introduzione della gratuità dei trasporti per i giovani in formazione.
La petizione, elaborata e consegnata dal movimento “Sciopero per il clima”, viene accusata di “sfruttare l’attualità del tema del cambiamento climatico per promuovere rivendicazioni dettate da altri motivi” (ossia di carattere sociale): nel fare tale considerazione si evita puntualmente di riconoscere come, fin dalle prime manifestazioni a favore del clima, si è sempre rivendicato l’introduzione di politiche ambientali che seguissero il principio della “giustizia climatica”. Non vogliamo infatti che si faccia pesare sulle spalle dei più deboli il peso della transizione ecologica: essa deve invece andare nella direzione di un’estensione dei diritti degli studenti, dei lavoratori, dei pensionati, sia sul piano ambientale che su quello sociale! Affinché si possano limitare le conseguenze del cambiamento climatico (impedirle è ormai sempre più difficile), occorre quindi ragionare a nuovi modelli di produzione e di consumo: il trasporto pubblico gratuito è uno dei tasselli fondamentali di questa strategia, e non riconoscerlo significa rinunciare ad affrontare alla radice il problema dell’inquinamento nel nostro cantone.
La commissione afferma d’altra parte che “la fascia dei giovani è quella che maggiormente beneficia di un sistema tariffario che va loro incontro”: ciò è sicuramente vero rispetto ai prezzi proibitivi oggi esistenti per il resto della popolazione, ma non basta affatto! Gli abbonamenti annuali costano infatti centinaia di franchi, che per le tasche degli studenti e degli apprendisti sono cifre spesso e volentieri semplicemente esorbitanti (in particolare per coloro che provengono da famiglie con redditi medio-bassi). Ricordiamo peraltro come negli ultimi anni siano state numerose le misure di risparmio e gli aumenti dei prezzi degli abbonamenti per i giovani: nel 2017 venivano tagliati i sussidi per gli abbonamenti arcobaleno agli apprendisti, mentre le FFS continuano ancor oggi a ridurre l’offerta di abbonamenti ribassati per gli studenti (lo scorso anno l’abbonamento Binario7 veniva rimpiazzato con il nuovo e più costoso Seven25, mentre nel luglio di quest’anno è stata annunciata la soppressione dell’abbonamento generale per studenti). In questo contesto, affermare che i giovani hanno poco da lamentarsi è decisamente fuori luogo!
La commissione ha dunque mancato di coraggio, decidendo di non decidere e ignorando i casi di successo già adottati da altri paesi: ricordiamo che, ad esempio, da quest’anno il trasporto pubblico è gratuito in tutto il Lussemburgo, senza che questo ne abbia dissanguato le casse pubbliche! Il rapporto non ha d’altra parte nemmeno preso in considerazione l’adozione di misure alternative: ammesso e non concesso che il trasporto gratuito sia eccessivo, non si potevano prevedere almeno degli aiuti mirati a chi ne ha bisogno? Auspichiamo quindi che il parlamento dia un segnale diverso, riconoscendo la necessità del trasporto pubblico gratuito per i giovani in formazione e accelerando l’iter degli atti parlamentari che chiedono di andare nella direzione auspicata dalla petizione.