L’assemblea del Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA), tenutasi lo scorso 2 ottobre a Locarno, ha rinnovato i propri organi statutari e si è espresso sul tema della salute mentale e dell’autodeterminazione studentesca. Si è inoltre pronunciato criticamente sulla situazione di discriminazione creatasi con l’introduzione del Certificato Covid per l’accesso a biblioteche e luoghi di formazione e sulla “manovra di rientro” annunciata dal Cantone per frenare la spesa pubblica.
Dopo la relazione introduttiva del coordinamento circa lo stato presente di cose e la prospettiva futura del sindacato, l’assemblea ha eletto in segreteria Filippo Beroggi (LiLu1) che sostituisce di Zeno Casella (UniFr) – ringraziato dall’assemblea per l’ottimo lavoro svolto nel corso degli anni – e confermato gli attuali membri del coordinamento e il tesoriere che compongono il segretariato del sindacato. Anche il comitato centrale del SISA è stato rinnovato, con l’elezione di Penelope Scacchi (LiLo), Ivana Pisic (SCC) e Shair Cruz-Bahamonde (CISA), che siederanno assieme ai riconfermati membri attuali dell’organo esecutivo.
Nel corso della discussione non è stata persa l’occasione per ricordare l’attuale clima di discriminazione e arretramento del diritto allo studio dovuto all’introduzione del Certificato Covid, nonché per denunciare l’atteggiamento antidemocratico e antisindacale del rettore dell’USI (vedi qui). L’assemblea ha anche approvato la risoluzione “Nessuna « manovra di rientro » sulle spalle di studenti e lavoratori” (leggi qui), con cui si esprime una certa preoccupazione verso la nuova stagione di politiche d’austerità che il Cantone intenderebbe intraprendere. Strumentalizzando le spese supplementari dovute alla pandemia si vuole giustificare una serie tagli alla spesa pubblica, con il chiaro intento di smantellare i servizi pubblici fondamentali come l’istruzione pubblica senza assumersi la responsabilità politica dei fallimentari sgravi fiscali degli ultimi decenni. La politica delle casse vuote, accompagnata da una politica fiscale che riduce le risorse dello Stato, ha prodotto un tessuto economico di aziende a basso valore aggiunto presenti in Ticino unicamente per beneficiare dei vantaggi fiscali e della manodopera a basso costo rappresentata dal frontalierato. Insomma, mentre i giovani ticinesi formati scappano altrove per trovare soluzioni occupazionali decenti, il Cantone prosegue con la solita politica economica e ricicla vecchie ricette fallimentari. Bisogna invertire la tendenza e rafforzare il ruolo dello Stato, sia nella programmazione economica che nella ridistribuzione della ricchezza!
In conclusione, il sindacato studentesco ha ribadito il suo impegno nella promozione del benessere mentale del corpo studentesco, come anche la propria volontà di rendere effettivo il diritto all’autodeterminazione degli studenti, in particolar modo attraverso le giornate autogestite. Nel prossimo semestre, oltre ad occuparsi di vegliare sul diritto allo studio e contrastare il potenziale smantellamento dell’istruzione pubblica, il SISA promuoverà delle campagne per far avanzare i diritti della popolazione studentesca: il percorso verso una scuola realmente democratica e di qualità, che non escluda e produca malessere psichico e sociale, è ancora lunga. Per questa ragione il SISA proseguirà la propria lotta intrapresa 18 anni fa!