Il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) si dichiara parzialmente soddisfatto dei passi avanti fatti in materia di tutela del diritto allo studio per le studentesse e gli studenti in quarantena: le richieste avanzate dal sindacato studentesco fin dall’inizio dell’anno scolastico (leggi qui) sono state finalmente in parte accolte. A partire dall’8 gennaio, il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS) ha infatti adottato delle prescrizioni al fine di sostenere quella parte del corpo studentesco che, in alcuni persino per mesi, non possono frequentare normalmente le lezioni a seguito di uno o più contagi. I docenti sono ora tenuti a contattare regolarmente gli studenti in quarantena per mantenerli al corrente di quanto affrontato in classe, mentre la connessione internet delle scuole cantonali è stata potenziata al fine di poter garantire la trasmissione delle lezioni in diretta (attualmente obbligatoria solo in caso di quarantena di classe).
Vi sono tuttavia ancora delle grosse lacune dovute alla mancata mobilitazione delle risorse che potrebbero realmente controbilanciare il peggioramento delle condizioni di studio dovuto alla situazione pandemica. Tale degrado del diritto allo studio deriva sia dalla situazione creatasi lo scorso marzo con la chiusura delle scuole, che dall’assenza di sostegno nel corso dell’anno scolastico corrente (ciò che ha impedito a numerosi studenti di colmare le lacune accumulate anche a seguito delle quarantene). Benché progressivamente le forze politiche, persino quelle borghesi che nel marzo scorso tessevano le lodi alla didattica a distanza, si siano rese conto del deterioramento reale delle condizioni d’apprendimento e delle conseguenze vissute dal corpo studentesco, i provvedimenti intrapresi sinora risolvono solo in minima parte il problema.
Per questa ragione il SISA rivendica un intervento urgente affinché venga arginato lo scenario temuto sin da settembre, ovvero un aumento dei tassi di bocciatura a scapito delle fasce socio-economiche più sfavorite. Per questa ragione chiediamo al DECS di:
- Migliorare le condizioni di studio degli studenti in quarantena, garantendo un incontro settimanale via MS Teams e/o telefonico tra ogni docente e allievo in quarantena, introducendo la modalità di insegnamento “passivo” (attraverso la registrazione delle lezioni) anche per le quarantene singole e quelle parziali, e introducendo un limite a tre valutazioni a settimana una volta che rientrati a scuola;
- Introdurre dei corsi gratuiti e pubblici di recupero e sostegno allo studio, tenuti da personale formato e docente. Si rivendicano inoltre dei momenti di recupero dedicati specificamente allo studio delle materie d’esame per i maturandi;
- Sospendere (e in prospettiva abrogare), il limite di bocciature nel secondario II, cui il SISA si è opposto fin dalla sua introduzione nel 2015.
In questi termini, è imprescindibile un rafforzamento dell’effettivo del corpo docente – compresi i docenti di sostegno – affinché si riduca il rapporto tra docente e studenti, si migliori la qualità dell’insegnamento e si eviti la marginalizzazione degli allievi con difficoltà sociali ed economiche. La pandemia ha creato delle situazioni delicate e fragilizzato molte studentesse e studenti, il Cantone deve agire ora per evitare che questo infelice periodo abbia delle conseguenze a lungo termine sul corpo studentesco!