Il SISA ha sostenuto fin dai suoi albori la necessità di prevedere un trasporto pubblico gratuito per i giovani in formazione.
Il SISA chiede di introdurre un sistema di prezzi variabile in funzione del reddito delle famiglie dei vari studenti.
TRASPORTI PUBBLICI GRATUITI PER I GIOVANI IN FORMAZIONE: UNA STORICA RIVENDICAZIONE DEL SISA
Il SISA ha sostenuto fin dai suoi albori la necessità di prevedere un trasporto pubblico gratuito per i giovani in formazione: essi costituiscono infatti una classe senza reddito e tramite il diritto ad usufruire gratuitamente del servizio avrebbero la possibilità di ricevere una forma di salario indiretto.
Per questo il SISA si è mosso rapidamente quando, nel novembre 2014, in Gran Consiglio vengono poste all’ordine del giorno la discussione e la votazione sull’introduzione di un simile provvedimento (ai sensi dell’iniziativa parlamentare, il trasporto pubblico sarebbe stato gratuito unicamente per i minorenni).
Ecco il comunicato stampa diffuso in sostegno all’iniziativa e il seguente, in cui viene preso atto della bocciatura e si ribadisce la necessità della concessione di questo diritto:
– SISA, sì ai trasporti pubblici gratuiti per i giovani
– Mezzi gratis per i giovani: la lotta continua
MENSE SCOLASTICHE: IL SISA IN PRIMA LINEA PER UN SERVIZIO PUBBLICO A PREZZI ACCESSIBILI PER STUDENTI E APPRENDISTI
Il SISA rivendica da ormai vari anni un servizio di refezione scolastica che sia adatto alle esigenze degli studenti: la parziale cantonalizzazione delle mense scolastiche e la creazione del progetto Restò hanno quindi ricevuto il pieno sostegno del sindacato (vedi Il DECS ristatalizza le mense: il SISA aveva ragione), dal momento che solo la messa in funzione di un servizio pubblico efficiente avrebbe permesso di contenere l’aumento dei prezzi dei pasti nelle mescite.
Questi erano infatti soggetti ad una costante crescita causata dal monopolio di alcune aziende private operanti nel settore (in primis la Comida SA di Lugano): puntando su una pubblicizzazione del servizio, estraneo alle logiche di mercato delle imprese private, il DECS avrebbe quindi avuto gli strumenti per promuovere una politica di calmierazione dei prezzi.
Tutto ciò purtroppo non accadde.
Il Preventivo dello Stato per il 2015 porta infatti con sè un boccone amaro per gli studenti ticinesi: i prezzi dei pasti aumentano in media del 20% (con picchi fino al 50%), vanificando qualunque prospettiva di riduzione del costo della vita per gli allievi e le loro famiglie.
Il SISA si mobilita immediatamente e prende posizione sul tema (vedi risoluzione assembleare Fare ECOnomia: BICer püsee caar, a mörom da FAM!), lanciando una petizione per chiedere al Consiglio di Stato di ritornare al precedente scalino di prezzi.
A fine gennaio 2015 vengono consegnate circa 1300 firme, le quali purtroppo verranno puntualmente ignorate dalle autorità, ancora una volta insensibili ai problemi finanziari delle classi meno abbienti e sorde a qualsiasi appello ad una politica di sostegno indiretto (come ad esempio il mantenimento di un livello di prezzi popolare).
Il SISA però non si arrende e risponde al governo (vedi Caro mense, governo incoerente), chiedendo di introdurre un sistema di prezzi variabile in funzione del reddito delle famiglie dei vari studenti: così facendo si riuscirebbe comunque a incassare qualche soldo in più e soprattutto si garantirebbe un servizio socialmente equo.