LETTERA APERTA – Organizzare il corpo studentesco: non uno slogan, ma un programma politico che richiede serietà!

Care compagne, cari compagni,

rappresentanti delle giovanili progressiste,

la presente lettera ha lo scopo di chiarire alcuni aspetti riguardanti l’organizzazione nella lotta della popolazione studentesca e del ruolo del Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA). Il Comitato Centrale (CC) del SISA, riunitosi il 10 gennaio, si è incontrato per discutere degli affari correnti del sindacato studentesco, affrontando dunque anche il progetto della GISO in favore della protezione igienica gratuita nelle scuole post-obbligatorie. Tenendo conto della validità intrinseca della proposta, non possiamo tuttavia esimerci dall’esprime alcune perplessità circa le modalità con cui è stata portata avanti la legittima rivendicazione.

Premesso che il SISA è una struttura sindacale apartitica, aperta, di base, in cui possono aderirvi coloro che ne condividono le aspirazioni trasformatrici della società e della scuola, all’interno di esso sono presenti attualmente membri della Gioventù Comunista (GC) e della Gioventù Socialista (GISO). Il SISA, avendo come vocazione l’organizzazione di base, è composto da diverse cellule di base, organizzate attorno ad una tematica oppure a una sede. La cellula sull’autodeterminazione studentesca tratta questioni che riguardano la politica scolastica. Durante l’assemblea generale organizzata nei primi d’autunno, l’assemblea aveva dato mandato alla cellula di organizzare la lotta sui temi delle giornate autogestite e dei tamponi e assorbenti gratuiti nelle scuole post-obbligatorie. Per una questione di tempistica, la priorità è stata data alla questione delle autogestite, per successivamente, indicativamente verso la fine di febbraio/marzo, lanciare la campagna sulla protezione igienica gratuita. Questa nostra volontà era nota alla GISO, siccome essa ha partecipato all’assemblea, è presente alle attività delle sue cellule ed è rappresentata con un suo membro all’interno del comitato.

Il SISA non ha assolutamente il monopolio delle questioni scolastiche e studentesche, tuttavia abbiamo ritenuto doveroso precisare alcuni aspetti problematici circa questa volontà della GISO di agire in solitaria, bruciando sostanzialmente sul tempo una campagna sindacale. Secondo il CC del SISA, il problema sussiste su due assi: uno politico-sindacale, mentre il secondo in termini organizzativi e deontologici.

Dal profilo politico-sindacale, il problema concerne principalmente la modalità con cui è stata promossa la campagna. Il SISA, ripetiamo, è una struttura aperta, di base, in cui qualunque studente può parteciparvi indipendentemente dall’appartenenza partitica. Il sindacato studentesco in questo senso dev’essere visto come una piattaforma di lotta unitaria, in cui le forze progressiste che condividono la sua vocazione trasformatrice della società e della scuola dovrebbero parteciparvi. Per fare un’analogia con il mondo del lavoro, fatte alcune eccezioni in cui il sindacato è completamente assente su una tematica oppure non ha le competenze per intervenire (in particolare sul piano legislativo), i partiti non agiscono direttamente sui posti di lavoro per portare avanti le proprie campagne, identificando il compito di difesa dei diritti dei lavoratori nei sindacati, con cui naturalmente è necessario e corretto avere delle relazioni periodiche. In questo senso, consapevoli dell’intenzione del SISA di portare avanti una campagna sindacale e delle ripetute uscite sui media a riguardo della precarietà mestruale, la volontà della GISO di portare avanti questa campagna in solitaria sembrerebbe indicare che il SISA non viene riconosciuto come organismo legittimo per la difesa dei diritti e interessi della popolazione studentesca.

Sicuri del fatto che le intenzioni della GISO non erano quelle di delegittimare il SISA, la riflessione assente su questo piano è problematica e sinonimo di un atteggiamento poco serio. Infatti, lavorando prevalentemente sul piano burocratico e dei social media, riteniamo che le azioni della GISO non mobilitano sufficientemente il corpo studentesco su una tematica sensibile e vicina alle sue esigenze.

La prassi sindacale adottata dal SISA in quanto sindacato di base è quella di coinvolgere il corpo studentesco, sviluppare una coscienza del problema e di classe per costruire un rapporto di forza reale e simbolico con cui rivendicare dei provvedimenti da parte delle autorità. In questo modo il SISA vuole trasmettere il messaggio che l’azione collettiva e organizzata sotto il cappello del sindacato porta dei frutti ed è utile. Questo messaggio è particolarmente importante se si considera che una volta conclusa ed eventualmente vinta una battaglia, gli studenti riconoscono la necessità della lotta, si mobiliteranno con più facilità su altre questioni sindacali e porteranno con sé questa esperienza importantissima anche nel proprio futuro professionale. Quest’ultimo elemento è centrale nell’azione del SISA: se gli studenti si sindacalizzano durante il percorso formativo, una volta sul mercato del lavoro si mobiliteranno, organizzandosi nei sindacati dei lavoratori per combattere le ingiustizie vissute. Purtroppo, la fondamentale dimensione esperienziale nella campagna della GISO è pressoché inesistente.

Ci risulta oltremodo poco comprensibile la riunione che si intende fare con il Consigliere di Stato Bertoli, che sicuramente sarà svuotata da ogni dimensione conflittuale e che è riassumibile in un puro esercizio formale: se al momento troviamo un ministro socialdemocratico che, pur con qualche necessario distinguo, è vicino alle posizioni progressiste – che favorisce per esempio l’organizzazione di scioperi studenteschi sul tema del clima – non è assicurato che l’interlocutore del DECS sarà sempre vicino alle posizioni e gli interessi studenteschi. È per questa ragione che è fondamentale mantenere una cultura politica e sindacale conflittuale, dialettica, che permette di comprendere come la lotta sindacale non è composta da una controparte che ti “spiana la strada”, ma che difende interessi contrapposti e con cui probabilmente è necessario scontrarsi.

È pertanto prassi nei negoziati con le autorità rivendicare non unicamente ciò che largamente condiviso, ma puntare in alto, alzare l’asticella, e in questa occasione, parlando di precarietà mestruale, introdurre anche la questione più ampia del diritto allo studio. Oltre infatti a parlare di diritto alla cura di sé – nell’ambito della precarietà studentesca – è opportuno rivendicare il diritto ad alloggi accessibili, ad una mobilità pubblica gratuita e chiaramente alla disponibilità di risorse che permettano la riuscita scolastica (tematizzando, ad esempio, i problemi contenuti nel sistema di aiuti allo studio). Qualora questa campagna fosse stata organizzata in senso unitario con e nel SISA, la questione ampia della precarietà studentesca poteva essere maggiormente tematizzata agli occhi della popolazione studentesca, come anche nei negoziati con le autorità.

Il SISA ritiene che su questioni sindacali, il protagonismo dev’essere dato alla popolazione studentesca e non alle giovanili partitiche. Il messaggio secondo cui l’esercizio burocratico della lettera può essere sufficiente per rivendicare e ottenere dei diritti può risultare oltremodo dannoso e può minare la cultura sindacale e politica di cui sopra.

Sul piano deontologico e dell’organizzazione rileviamo invece un problema di affidabilità. La GISO è naturalmente indipendente e agisce come meglio crede, tuttavia anticipare una campagna sindacale senza consultare e coinvolgere il SISA pone un problema di fiducia. Infatti al sindacato studentesco è stata inviata una email per interposta persona unicamente il 31 dicembre, quando la conferenza stampa per lanciare la campagna era prevista per il 4 gennaio. Un simile lasso di tempo non permette chiaramente una consultazione sul progetto, che era già stato completamente definito nei suoi contenuti e nelle sue modalità. Le riflessioni riguardo al coinvolgimento del corpo studentesco potevano infatti trovare il loro spazio, qualora si fosse deciso di agire diversamente. È piuttosto chiaro che le intenzioni della GISO erano ben altre. Rileviamo inoltre come l’incontro organizzato dalla GISO non ha permesso un reale confronto sul tema, in cui le nostre perplessità, esposte in questa lettera, hanno ricevuto risposte del calibro “non avevamo tempo”, “sarebbe stato bello”, etc.

In conclusione, l’intenzione del SISA non è sollevare sterili polemiche e accusare l’operato delle altre organizzazioni politiche a livello giovanile. Tuttavia ritenevamo doveroso precisare alcune questioni che permettano di agire in senso unitario, tenendo conto dei livelli differenti – sindacale e politico – d’azione politica. Vogliamo pertanto rinnovare il nostro invito a partecipare in modo unitario alle attività del SISA, tesserandosi e partecipando alle riunioni dei diversi gruppi che si stanno organizzando sulle diverse tematiche. Trovate le informazioni in questo senso nel seguente link: https://www.sisa-info.ch/iscriviti/.

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