Il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA), in ragione della evoluzione della situazione sanitaria, esprime le proprie perplessità riguardo allo svolgimento degli esami e delle certificazioni del semestre autunnale a livello accademico. Infatti sono diversi gli studenti ad aver espresso le proprie preoccupazioni circa la propria riuscita accademica dipendente dalla presente sessione di esami. In questi termini, sia l’Università della Svizzera Italiana (USI) e la Scuola universitaria professionale della Svizzera Italiana (SUPSI) dovrebbero immediatamente rispondere all’inquietudini espresse dal corpo studentesco e dai suoi organi rappresentativi e non tergiversare senza assumersi le proprie responsabilità amministrative, politiche e accademiche.
È noto infatti che all’USI il rettorato non abbia dato sufficientemente seguito alle richieste espresse dagli organi rappresentativi degli studenti, che chiedevano chiarezza circa lo svolgimento degli esami con condizioni chiare e sostenibili. Questo fatto grave dimostra la poca considerazione data dal rettorato alle legittime istanze del corpo studentesco. Non è affatto un momento semplice, in cui l’evoluzione pandemica cambia costantemente la situazione singolare e collettiva degli studenti. In questo contesto di repentini cambiamenti, il rettorato deve garantire una certa duttilità corrispondente alla continua modifica dello stato degli studenti.
Mentre alla SUPSI la direzione ha diffuso delle direttive che permettano di adottare delle soluzioni adatte all’evolversi della situazione dello studente – tra isolamento, quarantene e di conseguenza l’impossibilità di presenziare agli esami – l’USI resta con i piedi cementati su una ipotizzata normalità della situazione tutt’altro che normale. Seppur più flessibili che l’USI, le direttive emanate dalla SUPSI lasciano alcuni interrogativi che rischiano di rimandare gli studenti alla successiva sessione di esami, obbligato perciò a dover posticipare l’ottenimento del proprio diploma di un semestre. In questo senso, direttive più decise che lascino meno arbitrarietà ai responsabili formativi sono auspicabili e permetterebbero di garantire la riuscita del semestre in questa sessione. Se a ciò uniamo la crescente e non sufficientemente considerata precarietà studentesca, un semestre supplementare mette in evidenti difficoltà finanziarie gli studenti: se consideriamo che un semestre alla SUPSI viene a costare 1000.- CHF, la situazione diventa ancora più paradossale all’USI, in cui la retta costa 2000.- CHF (solo per gli studenti residenti) e non sono state adottate ragionevoli misure per permettere lo svolgimento sereno degli esami semestrali!
Per tornare all’USI, in una comunicazione inviata al corpo studentesco, il rettorato citava il SISA come sostenitore dei corsi in presenza e di conseguenza anche degli esami. Partendo dal presupposto che nessun organo del SISA è stato consultato dal rettorato, la posizione circa i corsi in presenza è corretta e corrisponde ad un comunicato di dicembre e una lettera inviata al rettorato che richiedeva maggiori interventi per mantenere le lezioni in presenza, tra cui la gratuità del tampone durante il periodo in cui era a pagamento. Ciò detto, la situazione pandemica impone delle soluzioni creative e citare il SISA per giustificare le proprie posizioni circa gli esami senza consultazione è deontologicamente scorretto! Se il SISA è manifestatamente contrario ad un processo di digitalizzazione commerciale della formazione accademica, che rischierebbe di rispondere perlopiù a interessi capitalistici che a reali esigenze formative e scientifiche, ciò non significa assolutamente che l’introduzione di strumenti digitali nell’interesse della comunità studentesca e accademica non siano da incoraggiare: ciò chiaramente con una dovuta riflessione che integri sia gli organi rappresentativi accademici che il sindacato studentesco.
Se perciò è fondamentale che nel processo d’integrazione di nuovi dispositivi digitali nella formazione accademica l’opinione della popolazione studentesca venga seriamente considerata, l’adozione di soluzioni temporanee, immediate ed efficaci per risolvere i problemi reali e vissuti dal corpo studentesco non è in contrasto con le posizioni del SISA! È infatti prioritario che al corpo studentesco vengano garantiti i propri diritti, indipendentemente dalla situazione sanitaria del paese!
In conclusione, il SISA, in ragione delle ragioni espresse, chiede che le autorità accademiche e cantonali, in particolare il DECS, rispondano nell’immediato alla precarizzazione della condizione di svolgimento degli esami e studentesca. Anche se il numero degli studenti impossibilitati a partecipare perché positivi al Covid potrà risultare esiguo, le condizioni di riuscita accademica non possono dipendere dalla situazione pandemica! Non bisogna neppure escludere dalla riflessione l’accresciuta fragilità e precarietà psicologica del corpo studentesco, in cui l’incertezza della modalità degli esami aggrava lo stress e l’ansia percepita dagli studenti. Per questa ragione viene rivendicato:
- l’introduzione di una sessione di esami straordinaria nel mese di febbraio/marzo per gli allievi risultati positivi al COVID;
- l’esenzione dal pagamento della retta semestrale per gli studenti risultati positivi al COVID e che non hanno potuto svolgere gli esami;
- la possibilità di poter svolgere gli esami online per chi nonostante sia positivo, si ritiene in grado di poter affrontare l’esame a distanza;
- la possibilità di poter svolgere gli esami a distanza per gli studenti facenti parte della fascia a rischio della popolazione, nonché per coloro che per questioni ragionevoli non vogliono esporsi al rischio di contagio;
- l’introduzione di test PCR gratuiti per garantire la massima sicurezza per lo svolgimento degli esami e ridurre la probabilità di contagio.
Il SISA si aspetta che le autorità siano all’altezza della situazione e in grado di dare seguito seriamente alle legittime richieste del corpo studentesco! Gli studenti non devono subire una situazione indipendente dalla propria volontà, la pandemia non deve precarizzare la popolazione studentesca e le autorità devono reagire affinché il diritto allo studio sia garantito!