La malacivica a scuola: tra populismo e rappresaglie

Il 24 settembre 2017 la popolazione ticinese si è espressa a favore della modifica della Legge della scuola, spesso identificata con i termini “Legge Siccardi”, riferiti all’imprenditore Alberto Siccardi, promotore dell’iniziativa. Ma cosa comporta questa modifica? Chi ne era promotore e chi invece la contrastava? Ripercorriamo brevemente la storia di questa votazione.

Con questa nuova legge si è andato a modificare l’insegnamento della civica nelle scuole, scorporandola, soprattutto per quanto riguarda le scuole medie, dalla storia, e creando così una materia a sé stante. Di fatto, però, di questa materia ci si occuperà in media soltanto due ore al mese: pochissime ore per poter veramente trattare un buon programma; l’insegnamento risulterà quindi, per necessità, puramente nozionistico e, essendo divisa dalla storia, privo delle sue basi. Da considerare inoltre il fatto che sono previste due verifiche per semestre, togliendo così ben 4 ore di insegnamento a ognuno di questi. Tutto ciò risulta chiaramente controproducente, peggiorando di fatto l’insegnamento della civica, che sicuramente fino a ora non era perfetto. Per quanto riguarda le scuole medie superiori, l’insegnamento della civica verrà suddiviso nel corso dei quattro anni fra le quattro diverse materie umanistiche. Anche qua dunque si dividerà la civica dalla storia, ma senza creare una nuova materia a sé stante.

Per quanto riguarda la storia della votazione occorre dire innanzitutto che, nonostante la modifica fosse stata accettata dal parlamento (pochissimi i deputati contrari), i promotori dell’iniziativa hanno optato per il voto popolare, per dimostrare che la popolazione ticinese stava dalla loro parte. A questo punto diversi partiti hanno fatto dietrofront, creando però così una certa confusione fra gli elettori, che non cogliendo il cambio di opinione hanno votato quanto inizialmente era stato deciso dai partiti. Fra questi ultimi si trovano il PS, il PPD, i Verdi e i il PLR, anche se quest’ultimo ha di fatto lasciato voto libero. Il SISA, da parte sua, ha apertamente dichiarato il suo appoggio al fronte del NO, affiancandosi al comitato contrario alla riforma. Dall’altra parte, invece, vi stavano i partiti più tipicamente borghesi, quali la Lega dei Ticinesi e l’UDC.

Dal punto di vista del SISA, la campagna è stata intensa: molti sono stati i volantinaggi sia nelle principali piazze ticinesi (al fianco del Comitato), sia nelle diverse scuole superiori. Non sono nemmeno mancati dei decisi comunicati stampa e dei video informativi messi in rete e in circolazione nelle principali piattaforme social. Nonostante la vittoria del SÌ, dunque, si può affermare che il SISA ha fatto un buon lavoro e ha dimostrato che molti giovani si opponevano a questa modifica di legge.

Purtroppo, la propaganda populista dei promotori della modifica ha avuto la meglio. Non sono mancati i colpi bassi nei confronti dei docenti del Ticino, definiti come membri di una “casta” privilegiata contraria a una buona educazione. Addirittura a votazione passata, questa campagna mediatica contro i docenti non è ancora cessata (si veda il caso del docente di Barbengo) e si sta facendo di tutto per mettere in cattiva luce gli insegnanti. Questo atteggiamento è da condannare pienamente: i professori e le professoresse di tutto il Ticino hanno un ruolo importantissimo in questo cantone e non rappresentano per niente una “casta”. È importante ricordare che essi sono lavoratori come tutti gli altri, che subiscono di continuo tagli ai loro stipendi e che devono portare un’enorme responsabilità sulle loro spalle. Esistono ovviamente docenti più bravi di altri nel loro mestiere, ma giudicare ciò è un compito che spetta a chi a scuola ci lavora e ci vive. È però chiaro il motivo di questa rappresaglia. I docenti sono infatti etichettati come “di sinistra” e quindi pericolosi (è addirittura stato teorizzato un complotto da parte di questi ultimi, idea piuttosto vaneggiante). L’obiettivo dei partiti borghesi di destra è dunque quello di screditare l’intero mondo della scuola e in particolare le rivendicazioni che giungono da quest’ultimo, rinnegando gli sforzi di allievi e docenti per garantire e migliorare dei diritti degli studenti e la qualità della stessa istruzione.

Purtroppo l’esito di questa votazione ha ancora una volta dimostrato l’incomprensione che c’è nei confronti degli attori del sistema scolastico; infatti, nonostante docenti e studenti, per la maggior parte, si siano dimostrati contrari a questa modifica della legge, la popolazione si è espressa a favore. In quanto studenti occorre dunque continuare a far sentire la propria opinione, con l’obiettivo di essere ascoltati dal resto della popolazione.

Luca Frei


 

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