Riunitasi lo scorso 6 marzo in via telematica, l’assemblea del Sindacato Indipendente degli Studenti e degli Apprendisti (SISA) ha eletto un nuovo Comitato centrale, ha fatto un bilancio delle battaglie intraprese in ambito scolastico, discutendo delle attuali sfide imposte dalla pandemia, come anche dei presenti cambiamenti in corso nel mondo della scuola. Nel corso dell’assemblea, il SISA ha rinnovato gli organi interni del sindacato studentesco, eleggendo nel Comitato centrale Filippo Beroggi (LiLu1), Monica Müller (CSIA), Martino Bertoli (SSPSS) e Jair Vogt (UniFr), unitamente agli attuali membri di segreteria.
Il malessere psichico e sociale ha visto in questo periodo una preoccupante diffusione tra il corpo studentesco, non è perciò un caso che in altre occasioni il SISA si sia battuto per rivendicare un rafforzamento del sostegno psicologico scolastico e delle condizioni di studio meno stressanti. La situazione pandemica, sommata al peggioramento delle condizioni materiali di diverse famiglie e studenti, della qualità di vita e delle condizioni di studio con l’introduzione della didattica a distanza, ha inevitabilmente incrementato l’insorgenza di disturbi di ordine psicologico. A questo proposito, l’assemblea ha approvato la risoluzione “Pandemia e malessere psichico e sociale: occorre agire e subito” (leggi qui), in cui vi sono contenute 15 proposte concrete al fine di intervenire sulle cause e sugli effetti del malessere mentale tra il corpo studentesco. Tra queste troviamo l’abolizione del limite di ripetizioni dell’anno nel secondario II e la democratizzazione dell’accesso al sostegno psicologico, ma anche un intervento diretto contro i prestiti di studio, un potenziamento delle borse di studio e la riapertura degli atenei.
L’assemblea ha pure espresso la propria solidarietà verso quelle realtà internazionali che sono in lotta contro l’arretramento del diritto allo studio (leggi qui). Le proteste studentesche che si sono sviluppate in Francia, Grecia, Italia, Brasile, Stati Uniti e India trovano tutte la radice comune nella concezione neoliberale della scuola pubblica, dimostrando come gran parte delle problematiche emerse in tutto il globo sono figlie di modo di produzione capitalista. La risoluzione infine recita “queste lotte dimostrano inoltre la necessità di un fronte unito fra studenti e lavoratori, i cui interessi di classe coincidono e devono essere tradotti in uno movimento generale per la democratizzazione della società e la riduzione dello strapotere dei grandi gruppi capitalistici che si sono arricchiti durante la pandemia”.
Complessivamente la pandemia, ma soprattutto le sue conseguenze sul corpo studentesco, ha mostrato le contraddizioni dell’attuale sistema scolastico ed economico e la necessità di una scuola diversa, realmente democratica. Per questo motivo il SISA apre una stagione di lotta affinché i diritti delle studentesse e degli studenti non vengano calpestati e la scuola diventi un reale luogo di emancipazione, anziché un luogo classista di malessere e sofferenza!