Una delle principali rivendicazioni del SISA è la piena e reale applicazione del diritto allo studio, purtroppo ancor oggi non garantito a numerose studentesse e studenti ticinesi.
La Costituzione della Repubblica e Cantone Ticino recita:
“Il Cantone provvede affinché ognuno possa beneficiare di un’istruzione e di una formazione adeguata e possa perfezionarsi conformemente ai suoi desideri e alle sue attitudini” (art. 14).
Tuttavia, i dati forniti proprio da Dipartimento dell’Educazione (DECS), che regolarmente pubblica un rapporto sullo stato del sistema educativo ticinese, mostrano come in realtà il Cantone non provveda davvero a garantire a tutti i cittadini delle pari opportunità di formazione.
Se osserviamo i dati relativi ai tassi di bocciatura per origine sociale, notiamo immediatamente come gli studenti provenienti dalle classi sociali più basse siano confrontati con un tasso d’insuccesso nettamente superiore a quello dei propri compagni più benestanti. Se questa differenza rimane contenuta al livello della scuola obbligatoria, essa esplode però al momento della transizione al settore secondario superiore (nelle SMS – Scuole Medie Superiori, ossia licei e SCC – gli allievi ricchi bocciano mediamente la metà delle volte di quelli poveri!).
Tuttavia, anche nella Scuola media possiamo riscontrare una discriminazione importante laddove viene compiuta una selezione tra gli studenti ritenuti “più capaci” e “gli altri”: i livelli A e B. Nel grafico qui riportato possiamo osservare come, a parità di intelligenza, uno studente ricco ha maggiori probabilità di finire in un corso attitudinale, mentre uno proveniente da un gruppo sociale meno favorito è destinato al corso base.
Tutto questo a cosa è dovuto? A genitori poco attenti all’educazione dei propri figli? Ad una “stupidità intrinseca” degli studenti socialmente svantaggiati? Ci pare proprio di no.
La verità è che non è solo la scuola a determinare lo sviluppo intellettuale di una persona, ma anche (se non soprattutto) l’ambiente familiare in cui essa cresce e le risorse culturali (e finanziarie) che questo è in grado di mettere a sua disposizione. Così, il figlio di un avvocato o di un medico, che vive in una casa con una grande biblioteca, con un genitore (forse anche laureato) a casa con il tempo per sostenerlo negli studi e con la possibilità di seguire delle lezioni private, crescerà inevitabilmente in un ambiente intellettualmente più stimolante e con tutti gli strumenti per poter intraprendere una “carriera scolastica” di successo. Viceversa, il figlio di un operaio o di una donna delle pulizie, i cui genitori lavorano entrambi fino a tarda sera (lasciandolo magari di fronte alla TV per delle ore) e che non hanno un titolo di studio particolarmente prestigioso né il tempo o la capacità di seguirlo negli studi (così come i soldi per pagargli delle ripetizioni), riscontrerà indubbiamente maggiori difficoltà scolastiche rispetto al suo compagno più benestante.
Le differenze sociali si ripercuotono naturalmente anche sulle scelte scolastiche una volta terminata la scuola dell’obbligo: per molte famiglie non è sostenibile mantenere un figlio agli studi per altri 4, 8, 10 anni e sono quindi costrette a spingerlo verso un apprendistato che gli permetta di diventare finanziariamente autonomo quanto prima. Le famiglie benestanti, viceversa, non hanno nessuna preoccupazione di questo tipo e possono anche permettere ai propri figli di sperimentare più vie prima di trovare quella che più li soddisfa.
Ma esiste una soluzione? Certo che sì.
Lezioni di sostegno e di assistenza allo studio, doposcuola di recupero scolastico, tasse d’iscrizione progressive secondo il reddito, totale gratuità del materiale scolastico, classi ridotte (per permettere ai docenti di meglio seguire i propri alunni in difficoltà), borse di studio, alloggi a pigione moderata per gli studenti universitari, ecc.
La ricetta è nota, manca purtroppo solo la volontà politica di applicarla: occorre lottare insieme per far sì che le cose cambino!
Il 22 maggio 2016 il SISA ha organizzato un seminario sul tema del diritto allo studio: leggi qui qualche spunto in più sul tema!