Il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) ha appreso con una certa preoccupazione la decisione di alcuni istituti universitari di adottare l’obbligo di presentazione del Certificato Covid per poter accedere alle lezioni in presenza e più in generale a tutti gli spazi scolastici. Si tratta infatti di una misura che rischia di ledere gravemente il diritto allo studio e l’universalità dell’accesso all’istruzione, imponendo le lezioni a distanza tanto a coloro che hanno deciso coscientemente di non vaccinarsi quanto a coloro che non hanno ancora deciso se sottoporsi alla vaccinazione.
Ci si trova pertanto in una situazione senza precedenti, che creerebbe degli studenti di serie A – che possono frequentare le lezioni in presenza – e di serie B – che saranno obbligati a frequentare le lezioni a distanza. Come già denunciato dal sindacato studentesco a più riprese, seguire le lezioni a distanza rappresenta un peggioramento della qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento e mette maggiormente in difficoltà coloro che faticano a stare al passo con il programma. In questa condizione, coloro che non sono in possesso di un Certificato Covid si troverebbero in questa difficile situazione e contrariamente allo scorso anno scolastico, in cui tutta la popolazione universitaria si trovava a distanza, le lezioni e gli esami non saranno calibrate e adattate all’insegnamento a distanza. Ad aggravare la situazione troviamo la decisione di sospendere la gratuità del test rapido antigenico, riducendo di fatto l’accessibilità a questo Certificato e creando una pericolosa discriminazione tra chi può e chi non può permettersi il test.
Il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) è pertanto contrario all’introduzione del Certificato Covid per poter accedere alle scuole universitarie, come fatto dalla SUPSI e da vari altri atenei d’Oltralpe, e alle biblioteche: rivendichiamo una strategia alternativa che permetta di contenere la diffusione del virus garantendo il diritto di frequentare le lezioni in presenza. In questo senso, il SISA chiede che nelle università vengano svolti regolarmente dei test di massa, salivari e campionati. In alternativa, si mantengano gratuiti i test rapidi antigienici e si allestiscano dei capannoni per testarsi al rientro dal weekend all’entrata delle università! Non possiamo tollerare che si definiscano degli studenti di serie A e di serie B sulla base di una distinzione sanitaria (che peraltro non sottostà a nessun obbligo di legge): studiare è un diritto fondamentale di ogni cittadino, le autorità devono mettere a disposizione tutti gli strumenti per garantirlo anche in tempo di pandemia!