Al pacchetto di risparmio di 180 milioni proposto dal governo, che già prevede nuovi tagli sulle spalle degli studenti ticinesi, potrebbe aggiungersi un ulteriore mazzata per quest’ultimi: oltre alla soppressione dei corsi facoltativi nei licei potrebbe venir introdotto l’obbligo di restituire un terzo di ogni borsa di studio elargita per un bachelor universitario. Portavoce della sopracitata proposta è il deputato liberale Alex Farinelli che ha dichiarato ieri a La Regione che “occorre responsabilizzare chi riceve un aiuto pubblico”: peccato però che quando si parli di responsabilità debbano sempre essere i più poveri a rimetterci, mentre ai ricchi e alle imprese non viene mai chiesto di partecipare ai costi del nostro stato sociale, anzi in questo momento sono proprio Farinelli, Vitta & Co a richiedere nuovi sgravi fiscali per questi gruppi sociali privilegiati!
Il Sindacato Indipendente Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) è oltremodo sbalordito dall’ipocrisia della classe politica ticinese che in campagna elettorale promette di rafforzare la formazione, che è evidentemente fondamentale per migliorare l’accesso dei giovani al mondo del lavoro, ma che ad elezioni concluse non fa che promuovere misure di risparmio che indeboliscono la scuola e il diritto allo studio. Tanto più che provvedimenti di questo genere non potranno che acutizzare la già grave situazione di molte studentesse e molti studenti già oggi in seria difficoltà, anche a causa dello smantellamento del sistema di sussidi allo studio cui abbiamo assistito negli ultimi anni.