Austerità in salsa ticinese: il SISA non ci sta!

Il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) con frustrazione prende atto
delle misure di risparmio per il 2024 decise dal Governo.
Oltre ai pesanti tagli ai sussidi di cassa malati, ai finanziamenti delle istituzioni sociali e allo
stipendio dei dipendenti statali non sono state risparmiate neanche le borse di studio. È
inaccettabile un altro taglio agli aiuti allo studio, i quali sono uno degli unici strumenti che
permette agli studenti delle classi meno agiate di accedere a degli studi superiori e di
conseguenza migliorare la loro condizione socioeconomica.


Questo è un messaggio molto chiaro da parte del governo, il quale fa capire che la
formazione terziaria non è contemplata tre le sue priorità! Il SISA condanna quest’altro duro
colpo che va a minare il diritto allo studio, aumentando in questo modo la precarietà
studentesca.


Le misure di austerità hanno colpito anche la formazione terziaria, infatti sono stati ridotti i
contributi statali per quel che riguarda l’Università della Svizzera Italiana (USI) e per la
Scuola Universitaria Professionale (SUPSI).


Un’altra scelta dettata da ragioni economiche-politiche e non educative è quella di introdurre
il numerus clausus al corso passerella, ovvero si vogliono escludere dalla possibilità di
accedere alla maturità liceale un gran numero di apprendisti.
Il DECS sostiene che visto “l’elevato tasso di bocciature” sia necessario limitare l’accesso a
questo tipo di formazione. Dal nostro punto di vista si tratta di un’analisi alquanto lacunosa,
infatti se gli studenti e le studentesse non superano gli esami finali è dovuto in buona parte
alla mancanza di risorse a disposizione per questo tipo di corsi.
La soluzione per limitare le bocciature non è quella di mettere il numerus clausus, ma bensì
diminuire il numero di allievi per classe e aumentare il personale docente, in modo da non
tagliare le gambe a chi ha il desiderio di proseguire con una formazione accademica.


Questi tagli draconiani alla spesa pubblica sono dettati dall’approvazione da parte della
popolazione del decreto per il pareggio dei conti di bilancio (Decreto Morisoli).
Durante la campagna, alla quale il SISA si è opposto con forza, i sostenitori del decreto
avevano promesso che “le riduzioni di spesa di questa voce devono essere effettuate senza
incidere sui sussidi alle persone meno abbienti”.
Alla luce di quanto è emerso questa promessa, come era logico aspettarsi, è stata
ampiamente infranta.

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