Il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) è venuto a conoscenza con particolare sconforto dell’abuso subito da due giovani reclute nella caserma di Liestal. Si presume che siano stati solo due, le reclute vittime di nonnismo, tuttavia non sorprenderebbe venire a conoscenza che ad essere coinvolti fossero più reclute.
L’evento si è verificato a metà gennaio e vede coinvolto un sergente, che dopo la fine delle esercitazioni ha costretto due reclute a strisciare sul pavimento e presi a bastonate dal superiore mentre svolgevano questo esercizio. Secondo il testimone l’obiettivo di tale umiliazione era quello di divertire i superiori. Anche da questo punto, è manifesto come il nonnismo sia intrinseco nell’ambiente militare, in cui abusi di questo genere sono tutt’altro che sporadici. La retorica dei “casi isolati” deve cessare, come l’omertà che serpeggia in questi ambienti. Affinché le reclute siano tutelate e che pratiche illecite vengano segnalate, ricordiamo che il SISA offre il proprio sostegno alle reclute in difficoltà tramite lo sportello “SOS Reclute”, che permette di denunciare tali abusi e di ottenere un concreto aiuto per abbandonare la caserma e intraprendere la via del servizio civile.
Lo abbiamo detto e lo ripetiamo: non è possibile andare avanti così, le autorità devono prendere dei provvedimenti seri per verificare quanto accaduto e per impedire che simili abusi si ripresentino. Per questo motivo ne ribadiamo la necessità e rivendichiamo che venga istituito un organo indipendente per giudicare i casi di abusi in seno all’esercito svizzero, infatti abbiamo già visto in passato come la giustizia militare abbia punito ufficiali rei di aver commesso degli abusi ai danni delle giovani reclute solamente con pene pecuniarie di lieve entità. Per il SISA la soluzione è chiara: rafforzamento e ampliamento dell’accesso al servizio civile e tolleranza zero per gli abusi in grigioverde!