Dopo la denuncia del collegio docenti delle Scuole Medie di Bellinzona 1 il SISA ha preso la seguente posizione:
I giovani vivono in un contesto globale nel quale passa l’idea del più forte, del più furbo e del più ricco. Con la violenza e le bravate portate all’eccesso si trova il modo di darsi importanza. Certi valori come la stessa solidarietà sono persi sia in famiglia, dove ci si adegua alle regole della concorrenzialità a ogni costo, sia a scuola, dove gli insegnanti sono pressati più dal programma e dal dare le note piuttosto che dal trasmettere valori educativi.
Negli ultimi tempi poi una pedagogia falsamente alternativa ha preso piede: essa concepisce il docente come un venditore di sapere e l’allievo, rispettivamente il genitore, come cliente. In questa condizione di “scuola-supermercato” il cliente ha sempre ragione e ogni critica da parte dell’insegnante al ragazzo viene percepita dal genitore come un’ingerenza inaccettabile.
Siamo preoccupati per i docenti che effettivamente stanno diventando sempre più degli psicologi senza averne i mezzi e il DECS sta a guardare quanti ancora finiranno nel burn-out; ma siamo preoccupati anche per gli studenti a cui potrebbero venire imposta una scuola vecchia maniera basata su sanzioni e ubbidienza militaresca. Soluzioni che, già paventate in occasione della recente campagna elettorale, sicuramente in molti stanno valutando, ma che sul medio periodo condurranno la scuola a problemi ancora più gravi.