Il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) ha preso atto in data odierna della decisione del DECS di posticipare l’orario d’inizio delle lezioni nelle scuole medie superiori ticinesi (Licei e Scuola cantonale di commercio). Con questa decisione, il Dipartimento dell’educazione non fa che confermare la gravità del problema denunciato dal SISA fin dall’inizio dell’anno scolastico, ossia il sovraffollamento dei mezzi pubblici utilizzati tanto dagli studenti quanto dai lavoratori pendolari. Problematica molto sentita dagli studenti, al punto da spingere il sindacato studentesco a lanciare una petizione per chiedere l’aumento delle corse negli orari di punta e nelle tratte più affollate: il successo della petizione, che ha raccolto già 500 firme in poco più di 48 ore, dimostra quanto sia diffusa questa preoccupazione.
Se il problema dell’affollamento viene finalmente riconosciuto, l’intervento proposto non è decisamente all’altezza della situazione e somiglia più ad un “cerotto” che ad una reale soluzione. Da un lato, non si prendono in considerazione tutte le scuole post-obbligatorie, “risolvendo” il problema solo a metà: non viene infatti previsto alcun intervento per gli studenti e gli apprendisti che quotidianamente devono recarsi verso le varie scuole professionali del cantone (che spesso utilizzano tratte differenti da quelle dei liceali o dagli allievi della SCC). D’altra parte, il posticipo dell’inizio delle lezioni – a cui si accompagna una riduzione delle pause – rischia seriamente di aumentare lo stress degli studenti, con un conseguente calo dell’attenzione durante le lezioni ed una diminuzione della qualità dell’apprendimento, specialmente per coloro che hanno maggiori difficoltà scolastiche o dei disturbi dell’attenzione.
Il SISA non si oppone di certo ad un posticipo generalizzato dell’inizio delle lezioni (ricordiamo che gli studenti che provengono dalle zone più discoste devono spesso affrontare lunghi tragitti prima di raggiungere la propria scuola), ma questo non deve fungere da scusa per ridurre le pause e “concentrare” la durata delle lezioni. Auspichiamo dunque che il DECS verifichi periodicamente l’impatto di questa misura, affinché essa non conduca ad un aumento dello stress e del carico di lavoro per gli studenti (non vorremmo infatti che, per ovviare agli inconvenienti provocati da questa decisione, i docenti aumentassero il numero di compiti a casa per “sgravare” le lezioni e renderle più gradevoli). Rimarchiamo infine come, ancora una volta, si siano dimostrate fondate le preoccupazioni espresse dal SISA in merito all’introduzione della nuova griglia oraria del Liceo durante questo anno scolastico, censurando il dibattito che si stava creando in merito nel mondo della scuola e rischiando – come ora appare evidente – di creare ulteriori problemi sul piano organizzativo (una delle conseguenze del nuovo piano orario era infatti proprio l’aumento delle ore di scuola settimanali, fra le quali si vogliono ora anche togliere le pause…).