Tagli alle borse di studio, al trasporto pubblico, agli invalidi. Tanto per cambiare il Governo annuncia piani di risparmio sulla pelle dei giovani, e più in generale delle fascie più fragili della società. Il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) è indignato, ma non può dirsi sorpreso, dato che caratura e indole dei nostri governanti sono ormai ben note: forti coi deboli, e deboli coi forti. E pure ipocriti.
Aumentano le rette, tagliano le borse di studio
La preannunciata “misura-porcata” di contenimento a danno delle borse di studio spicca per odiosità e per assurdità, soprattutto alla luce dei fatti recenti. In occasione del Preventivo 2013 erano state aumentate del 50% le rette presso le Scuole Specializzate Superiori (SSS), provvedimento che soltanto il SISA aveva denunciato vigorosamente, nel silenzio generale: a tal proposito il socialista Manuele Bertoli, tra un arrampicamento sugli specchi e l’altro, aveva invocato le borse di studio come elemento di compensazione a fronte di questo rincaro. Ora, qualche mese dopo il fattaccio delle SSS, il Governo auspica tagli pure a questa fondamentale componente, garanzia di pari opportunità e di accessibilità all’educazione. Ergo, al Governo ticinese della scuola pubblica, del diritto allo studio e del futuro dei giovani – che, per inciso, è anche quello del paese – non importa granché: un’altra prova di assoluta mancanza di lunigimiranza, insomma.
Nota: quando il SISA chiede provocatoriamente «l’istruzione costa? Provate con l’ignoranza», fa evidentemente del sarcasmo, e non intende essere preso alla lettera dai Cinque Saggi (?).
L’austerità non passerà: pronti a sgambettare il Governo
Il SISA si era già opposto con successo nel 2008 alla trasformazione delle borse di studio in prestiti di studio, in occasione dello sciopero del 15 ottobre di allora. Siamo evidentemente pronti a contrastare queste nuove misure regressive, che rischiano di danneggiare fortemente il diritto all’educazione dei giovani ticinesi, con tutte le ricadute che ciò rappresenterebbe per una regione come la nostra. Il sindacato rimane dunque mobilitato come previsto: i tagli contenuti nel Preventivo 2013 rappresentavano palesemente la semplice avvisaglia di un attacco a tutto campo che verrà mosso ai danni della scuola, e non soltanto. La risposta sarà di pari intensità.
Da Bertoli anche fatti, non solo parole
Il SISA invita inoltre il capo del Dipartimento dell’Educazione, della Cultura e dello Sport (DECS) ad opporsi fermamente alle misure di risparmio all’interno del mondo della scuola. La sua collega di partito Patrizia Pesenti, ai tempi in cui faceva la Consigliera di Stato e dirigeva il Dipartimenti della Sanità e della Socialità (DSS), rifiutò in un’occasione di applicare i tagli lineari, subendo il golpe bianco. Pesenti è quanto di più liberale il Partito Socialista abbia partorito negli ultimi anni, per cui il SISA è convinto che Bertoli possa seguire la via dell’opposizione – per salvare la scuola pubblica – senza temere i ricatti del resto del Governo. Il Governo vuole dunque infilare il paese nel fallimentare vicolo cieco dell’austerità, una prassi che si è dimostrata distruttiva ovunque in Europa, gettando in recessione un paese dopo l’altro e strozzando i cittadini di mezzo continente. Non lo permetteremo. Non pagheremo i vostri errori col nostro futuro.