Il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA), assistendo dalle tribune ai lavori del Gran Consiglio, si dice profondamente indignato per quanto accaduto ieri sera al Palazzo delle Orsoline. Non solo si è persa un’occasione importante per poter democratizzare la scuola media, ma a contribuire alla disfatta di questo importantissimo passo per l’istruzione pubblica non troviamo solo i soliti noti partiti borghesi e manifestamente classisti, ma anche coloro che, almeno a parole, si professano come difensori degli ultimi: il Movimento per il “Socialismo”.
Prima di entrare nel merito della questione, riteniamo sia necessario fare qualche precisazione. Per questa bocciatura sono diversi ad essere colpevoli, ma non tutti possono essere ritenuti responsabili allo stesso modo. Infatti traspare, purtroppo, un accanimento quasi aprioristico da parte di diversi docenti che pur di andare contro Bertoli – avendo il dente avvelenato per altre questioni partitiche e dunque politiche – frenano il processo di democratizzazione della scuola media. Infatti, l’accanimento del Movimento della Scuola (MdS) nei confronti della proposta dipartimentale nei giorni che hanno preceduto il voto in Gran Consiglio, denota più una volontà di ostruzionismo nei confronti del ministro che di democratizzazione del dibattito sulla politica scolastica. Chiariamo una cosa: il SISA non nutre sicuramente simpatie rispetto all’operato del DECS e del Governo, ma da qui a criticare le modalità della consultazione senza valorizzare la proposta in sé, c’è una grossa differenza. Tuttavia questa parte del corpo docente si è focalizzata fin troppo sulle sottili imperfezioni – senza saper valorizzare gli aspetti positivi – a tal punto che il dibattito in Gran Consiglio è stato praticamente monopolizzato da questi punti che significativamente non erano rilevanti per la proposta. Prese di posizione, quelle del MdS, che hanno nutrito gli interventi del PLR, UDC e – senza grande sorprese – del MPS. Insomma un assist a quella destra che non ci penserà troppo a ridurre le spese dello Stato, tagliare i servizi educativi pubblici e i salari dei funzionari, docenti compresi. Detto ciò, concordiamo anche noi che a scuola vi siano troppi pochi spazi d’espressione democratica riguardo alla politica scolastica (ad onor del vero, non si può di certo dire che gli altri dipartimenti del Governo brillino per democraticità), tanto che nel corso degli ultimi decenni, gli stessi consigli di direzione del secondario II, hanno progressivamente smantellato e boicottato le assemblee studentesche, come anche le giornate autogestite, svuotandole di contenuto e riducendole a puro esercizio proforma. Ecco che parte di coloro che si scagliano contro il Dipartimento, sono gli stessi che hanno per anni censurato l’espressione democratica del corpo studentesco.
Ma ritorniamo nel merito della proposta di sperimentare il superamento dei livelli in 3a media. La proposta, pure con le sue criticità espresse peraltro anche dal nostro sindacato studentesco in una esaustiva presa di posizione, andava sostenuta proprio per gli aspetti progressivi e di democratizzazione, che parte del corpo docente – offuscata dai risentimenti verso i vertici del DECS – non ha saputo sufficientemente valorizzare. Sulla sostanza della proposta, la maggior parte del mondo della scuola era d’accordo. Ma nonostante ciò, l’MPS che si dice anch’esso difensore dell’espressione democratica, ha fornito alla destra quei voti necessari alla bocciatura di un progetto che avrebbe permesso l’arginamento del classismo e di andare verso una scuola realmente democratica. Prima chiedono di ridurre gli allievi per classe, dopo bocciano una proposta che permette di avere numerose ore-lezione ad effettivi ridotti: la dissonanza cognitiva dell’MPS è tale che non si rendono conto di aver fatto un favore alla destra? Che vergogna! Ma se la battaglia è persa, la lotta per una scuola senza livelli non si conclude qui: la lotta continua, non solo a parole!