22 gennaio 2020
Lo scorso 7 gennaio la Gioventù Comunista, la Gioventù Socialista, le Giovani Verdi e il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) si sono uniti in sostegno al referendum contro l’acquisto dei nuovi velivoli militari lanciato dal Gruppo per una Svizzera senza esercito, costituendo il Comitato giovanile contro l’acquisto di nuovi aerei da combattimento. Il Comitato giovanile si felicita di poter annunciare oggi che anche il movimento Sciopero per il clima ha deciso di aderirvi e, quindi, di sostenere il referendum, riconoscendo nell’acquisto dei velivoli una decisione insostenibile di fronte all’attuale situazione di emergenza climatica.
L’esercito e le guerre sono infatti responsabili di una grande quantità di emissioni. Basti pensare a tutte le esercitazioni militari svolte sul territorio svizzero e all’immenso spreco di carburante e munizioni legato ad esse, necessarie soltanto per far girare i meccanismi dell’industria bellica elvetica, ma anche all’esportazione di armi in Paesi di conflitto e non. È dunque particolarmente positivo che anche le numerose ed i numerosi giovani che da un anno lottano per delle politiche ambientali migliori identifichino nelle istituzioni militari un grande responsabile della problematica climatica.
In un periodo nel quale le tensioni internazionali continuano ad aumentare, come dimostrano gli ultimi avvenimenti, è fondamentale opporsi a una corsa agli armamenti nel nostro Paese. Per garantire la sicurezza del nostro Paese esistono delle opzioni molto più efficaci, nonché meno dannose dal punto di vista ambientale. Il Comitato giovanile ribadisce che la Svizzera dovrebbe concentrarsi sulla lotta al terrorismo e sulla sicurezza informatica, piuttosto che sprecare soldi delle finanze pubbliche per dei caccia militari, che oltre essere inquinanti non servono per queste minacce e anzi risultano superflui persino per i compiti di polizia aerea.