Il Sindacato Indipendente Studenti e Apprendisti (SISA) sta osservando con interesse lo sviluppo degli “scioperi per il clima” (Klimastreik) in Svizzera tedesca e francese. Il movimento giovanile rivendica delle politiche più incisive a difesa del clima. Da diverso tempo il sindacato studentesco si china pure su questioni ecologiche e climatiche.
Il SISA continua a rivendicare – sinora inascoltato, se non da poche forze politiche – la gratuità dei trasporti pubblici per studenti e apprendisti. Questo non solo nell’ottica di un migliore servizio a vantaggio dei e delle giovani in formazione, ma pure con l’intento di ridurre le emissioni di un cantone automobile-dipendente e di educare le nuove generazioni all’utilizzo del trasporto pubblico.
Una parziale vittoria del movimento sindacale è stata l’introduzione di un “masterplan sull’edilizia scolastica”, da noi rivendicato fin dal 2012. Delle strutture scolastiche moderne migliorano le condizioni di apprendimento e la sicurezza per studentesse, studenti, apprendiste e apprendisti. Ma soprattutto gli investimenti del DECS nel settore degli stabili scolastici dovrebbero permettere di migliorarne la sostenibilità ecologica. Oggi alcune scuole sono delle vere e proprie spugne energetiche: senza pannelli fotovoltaici, senza un’isolazione degna di questo nome, con elementi strutturali vetusti. Ci attendiamo ora che non si tentenni nel mettere in opera questo progetto e che si vada oltre ad esso, verso l’ammodernamento in senso ecosostenibile dell’intero parco immobiliare pubblico.
Per queste ed altre ragioni, il SISA sostiene attivamente gli “scioperi per il clima” in Ticino e nel resto della Svizzera. Già oggi al Liceo di Lugano 2 alcuni nostri militanti hanno affisso uno striscione di protesta contro l’assenza di chiare politiche per bloccare il riscaldamento climatico: ricordiamo che ancora lo scorso dicembre il Consiglio nazionale, nell’ambito del dibattito sulla legge sul CO2, aveva dimostrato la totale indifferenza della politica federale nei confronti di questa urgentissima questione. D’altra parte è in primis il padronato a respingere qualunque miglioramento su questo fronte, poiché una regolamentazione più stretta circa le emissioni inquinanti rischierebbe di ridurre i suoi profitti sul breve termine. Le giovani e i giovani oggi in formazione rappresentano le generazioni che più subiranno le nefaste conseguenze dei cambiamenti climatici. Meritiamo delle politiche più incisive a difesa del nostro futuro: l’immobilismo di una parte della gerontocratica politica federale deve finire! Il nostro futuro è più importante dei loro profitti!