Dove c’è potere può esservene un abuso e la scuola non ne è esente. Infatti, esistono docenti che sfruttano i rapporti di forza che intercorrono tra loro e gli studenti e abusano di conseguenza del loro potere. Questi abusi sono di diverso tipo: possono essere di natura fisica, come nel caso dell’apprendista della forestale ticinese, o verbale, come invece nel caso del docente del Liceo di Bellinzona, finito al centro di un’inchiesta; gli abusi possono essere però anche di natura psicologica e sono quelli più frequenti. Già nell’edizione precedente de l’Altrascuola erano stati criticati determinati docenti che mettono sotto pressione gli allievi del primo anno di liceo, che spesso si sentono dire di aver sbagliato strada. Ma non solo loro sono vittime di pressioni e abusi di questo tipo. Anche nel quarto anno vi sono allievi che si sentono ancora ripetere argomenti simili dai professori.
La maggior parte degli abusi, però, non vengono mai denunciati, questo perché gli allievi temono possibili ritorsioni da parte del docente accusato. Ciò è dovuto al fatto che non esiste ancora la possibilità di effettuare delle denunce a un organo indipendente che non abbia direttamente a che fare con gli istituti scolastici. All’infuori delle direzioni scolastiche, solo il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) è sempre a disposizione delle vittime di abusi, motivo per il quale questo ha richiesto la creazione di uno sportello indipendente presso il quale gli studenti e gli apprendisti ticinesi possano sporgere denuncia. Esso dovrebbe essere gestito da figure esterne alla scuola, così da evitare possibili conflitti d’interessi e permettere una corretta neutralità. In seguito a questa proposta il DECS ha proposto un incontro con il direttore Manuele Bertoli, svoltosi lo scorso 9 febbraio e durante il quale si sono svolte discussioni riguardo, appunto, alla proposta dello sportello, ma anche concernenti il sondaggio “Dai voce alle tue idee” e la petizione volta a rafforzare le borse di studio. Bertoli sembra essere stato piuttosto aperto alle proposte del sindacato, fatto confortevole ma a cui devono seguire dei provvedimenti concreti.
In attesa di vedere quale sarà il reale risultato della proposta e dell’incontro, si può affermare che gli abusi a scuola sono una realtà e che bisogna finalmente agire, così da salvaguardare gli studenti e gli apprendisti nel miglior modo possibile.
Luca Frei
Questo articolo è apparso nel 4° numero de L’Altrascuola, pubblicato nel mese di febbraio del 2018 (leggi qui l’intero giornale).