Il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) ha appreso con sconcerto la notizia dell’inchiesta concernente dei presunti abusi sessuali commessi da alcuni funzionari del Dipartimento del territorio a danno di un apprendista ivi impiegato (preceduti da ulteriori molestie di cui sarebbero stati vittima alcuni altri tirocinanti). Tale vicenda va inserita, a nostro modo di vedere, in un più ampio dibattito sul tema dei maltrattamenti subiti da studenti o apprendisti e commessi dai propri docenti o formatori: nelle ultime settimane numerose sono infatti le segnalazioni giunte al sindacato circa situazioni di questo genere. In seguito alla accusa di un gruppo di genitori, anche all’interno del Liceo cantonale di Mendrisio è sorta infatti una polemica su questa questione, con repliche pubbliche di docenti e di studenti.
Senza voler entrare nel merito dei casi concreti, di cui non conosciamo i particolari, ci sembra importante formulare alcune riflessioni su tale cruciale questione. È infatti innegabile che esista un problema, peraltro più volte denunciato dal SISA, nel comportamento di alcuni insegnanti o maestri di tirocinio, che si rendono colpevoli di umiliazioni, maltrattamenti, accanimento personale, mobbing, insulti, minacce, e chi più ne ha più ne metta. Non si deve naturalmente fare di tutta l’erba un fascio (la maggioranza degli operatori scolastici e professionali lavora infatti con grande impegno e passione), ma non si può nemmeno chiudere gli occhi di fronte all’evidenza: un professore che dice ad un suo allievo che nella vita non potrà mai andare oltre il grado di inserviente presso Mc Donald’s, portandolo alle lacrime di fronte al resto della classe, non può – a nostro avviso – rimanere impunito.
Va anche considerato come per molti studenti non sia per nulla evidente farsi avanti per reclamare giustizia, tanto presso il docente o il formatore stesso quanto presso i genitori o la direzione (scolastica o aziendale che sia): la timidezza, la paura di non essere preso sul serio o di incappare in ulteriori ritorsioni, il senso di inadeguatezza accentuato da simili intimidazioni possono costituire degli ostacoli insormontabili in casi simili.
Per risolvere tale problematica, è secondo noi necessario dotarsi di strumenti sistematici che possano prevenire delle simili situazioni. Il SISA richiede quindi al Dipartimento dell’Educazione (DECS) di studiare l’introduzione di un apposito sportello in ogni scuola professionale e media superiore, cui gli studenti e gli apprendisti possano rivolgersi per denunciare abusi o maltrattamenti ma che funga anche da canale di mediazione tra le vittime da un lato e i docenti, il dipartimento e il sindacato dall’altro. Ad essere incaricata di questo servizio (ben differente da un semplice sostegno psicologico) dovrebbe essere una persona con conoscenze sia di carattere pedagogico che giuridico, che conosca il sistema scolastico ma che non ne sia parte integrante (onde evitare dannosi coinvolgimenti con coloro sul cui operato dovrebbe vigilare), che possa dare informazioni agli allievi sui propri diritti e che organizzi regolarmente degli incontri di gruppo con gli studenti per raccoglierne le testimonianze e discutere dei loro problemi quotidiani.
In attesa che il Dipartimento agisca in tal senso, il SISA ricorda la presenza di un proprio sportello per raccogliere le segnalazioni di studenti e apprendisti per sostenere le vittime nella denuncia delle molestie subite (piccole o grandi che siano). Per contattare tale servizio è possibile inviare un’email all’indirizzo sindacatosisa@gmail.com .
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