Per una giornata di discussione e di protesta
Dopo aver presentato un documento rivendicativo iniziale, il “Manifesto per una giornata dell’#altrascuola”, il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) propone, a poche settimane dalla fatidica giornata di “vacanza forzata”, questo documento operativo in cui si delineano una serie di proposte e di spunti per assicurare la buona riuscita della protesta.
Come già precisato nel “Manifesto”, a nostro modo di vedere il boicottaggio del congedo si dovrebbe sviluppare su due assi principali: la discussione, l’approfondimento del tema dell’istruzione e del valore della scuola pubblica; la protesta, la sensibilizzazione della classe politica e dell’opinione pubblica in merito all’irresponsabilità e all’iniquità delle politiche scolastiche promosse dal Cantone negli scorsi anni.
Per concretizzare queste due dimensioni, riproponiamo di suddividere la giornata in due unità principali:
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svolgimento di attività di discussione e approfondimento (mattino): nelle varie sedi coinvolte nel boicottaggio, si dovrà dare libero spazio ad assemblee, seminari e laboratori, in cui si mettano a fuoco le principali problematiche della scuola d’oggi e in cui si possa dare libero spazio alla formulazione (e alla messa in atto) di soluzioni;
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manifestazione pubblica di protesta (pomeriggio): in seguito, si dovranno rendere note all’opinione pubblica le rivendicazioni formulate nel corso della mattinata, organizzando un presidio di protesta a Bellinzona, presso la sede del governo, dove, in collaborazione coi docenti, si lanci un segnale chiaro e forte all’opinione pubblica.
Qui di seguito potete trovare un elenco di possibili attività che il SISA è disposto ad organizzare durante il mattino e un programma dettagliato della manifestazione studentesca di protesta che avrà luogo nel pomeriggio.
Alcuni esempi di attività realizzabili
La mattinata, come detto, verrebbe consacrata allo svolgimento di assemblee, seminari e laboratori. Per poter riuscire a partecipare alla seconda parte della giornata, occorre però organizzare il tempo a disposizione in modo razionale: i partecipanti dovrebbero avere la possibilità di scegliere tra le varie attività secondo i propri interessi, perciò sarà fondamentale assicurare una certa struttura alla manifestazione.
Orario (indicativo) |
Attività |
Note |
08.30 – 10.00 |
Seminario/Laboratorio 1 |
Nella prima fascia oraria, i partecipanti possono svolgere le attività organizzate e iniziare a riflettere sul tema della giornata. |
10.30 – 12.00 |
Seminario/Laboratorio 2 o Assemblea generale |
Nella seconda, i partecipanti possono scegliere se partecipare ad un’altra attività o se discutere in assemblea le problematiche principali della scuola di oggi, confrontando il proprio parere con quello degli altri studenti e docenti! |
Le informazioni relative all’orario e all’aula in cui hanno luogo le attività dovrebbero venir rese accessibili a tutti tramite un supporto pubblico (ad esempio un semplice cartellone nell’atrio), in modo da permettere ai partecipanti di “crearsi” da soli il proprio programma.
Per facilitare la partecipazione di docenti e studenti si è deciso di raggruppare le varie attività in alcuni “percorsi” in cui si affrontino tematiche simili e correlate tra loro (naturalmente questo non dovrebbe precludere la possibilità di scegliere singole attività e di “crearsi” autonomamente il proprio programma personale).
Inoltre, coerentemente con la rivendicazione di fondo del boicottaggio (la profonda ingiustizia della decisione di privare gli studenti di un giorno di scuola), verranno proposte alcune idee per promuovere l’organizzazione di lezioni di sostegno e di laboratori in cui preparare la manifestazione di protesta del pomeriggio: non riusciranno a impedirci di fare scuola, né il 23 marzo né mai!
SEMINARI
PERCORSO 1: Storia ed evoluzione recente dei sistemi scolastici
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Massificata e mercificata: ecco come è cambiata l’istruzione negli ultimi 60 anni. La scuola riveste, fin dalla sua nascita, una funzione sociale e economica fondamentale, in quanto è uno dei principali fattori di riproduzione e di innovazione dei sistemi socio-economici in cui si colloca. A partire dalla fine della seconda guerra mondiale, l’istruzione in Occidente è stata oggetto di profondi e radicali mutamenti: analizziamoli e cerchiamo di capire insieme quale sia il loro obiettivo!
Materiale necessario: nessuno
Numero di partecipanti: nessun limite di partecipazione
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Ma questi “tagli”, cosa sono? – Seminario sulle politiche di risparmio nella scuola pubblica. Si sente spesso parlare di “tagli” nella scuola, che sarebbero pericolosi e per questo combattuti: ma di cosa si tratta davvero? In cosa consistono i risparmi effettuati nell’istruzione e quale evoluzione hanno seguito negli anni? Quali conseguenze causano per gli studenti e per la qualità della scuola? Discutiamone insieme, sulla base di incontrovertibili dati statistici forniti da studi finanziati dal Cantone (vedi Scuola a tutto campo)!
Materiale necessario: beamer e computer
Numero di partecipanti: nessun limite di partecipazione
PERCORSO 2: I sistemi di gestione degli istituti scolastici
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L’aziendalizzazione della scuola: kit per un’istruzione autoritaria e socialmente iniqua. A partire dagli anni ’80 dello scorso secolo, si va diffondendo una nuova visione del sistema-scuola: questo dovrebbe venir concepito, organizzato e amministrato sul modello dell’impresa privata, con l’obiettivo di migliorarne l’efficacia e la sostenibilità finanziaria. Questo modello, che negli ultimi anni si sta prepotentemente diffondendo anche in Europa (e in Ticino), comporta però tutta una serie di preoccupanti implicazioni: affrontiamole e riflettiamoci, per mettere a fuoco il futuro della scuola pubblica e del suo significato.
Materiale necessario: beamer e computer
Numero di partecipanti: nessun limite di partecipazione
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Le scuole democratiche nel mondo: una gestione democratica e non tradizionale dell’istituto scolastico. Sparse per tutto il mondo esistono delle scuole che basano la propria organizzazione sulla partecipazione democratica di studenti e docenti nelle decisioni che riguardano la gestione dell’istituto: le cosiddette scuole democratiche. In esse lo strumento principale per l’amministrazione della vita comune è l’assemblea generale: agli antipodi di quanto accade nella scuola ticinese, in cui gli studenti non hanno la minima voce in capitolo sulle questione che li riguardano. Confrontiamoci con queste realtà e cerchiamo di raccogliere qualche spunto utile per migliorare la nostra situazione!
Materiale necessario: beamer e computer (facoltativi)
Numero di partecipanti: nessun limite di partecipazione
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FILM: “Summerhill” (2008, GB), inglese non sottotitolato. In Inghliterra esiste una scuola che si basa sull’assenza di ogni autorità o gerarchia al suo interno e sulla gestione dell’istituto come una vera e propria comunità democratica: gli studenti possono decidere se andare o meno a lezione e a quale partecipare, qualsiasi decisione (comprese le modifiche del regolamento interno) viene discussa e presa nei “meeting”, ossia le assemblee generali della scuola. Questa fiction realizzata dalla BBC nel 2008 (esistente solo in lingua originale) ci permette di conoscere questa realtà e di comprendere quale sia lo spirito che la guida: da non perdere!
Materiale necessario: beamer, computer e impianto audio (il film completo è presente su Youtube)
Numero di partecipanti: nessun limite di partecipazione
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“Un liceo ai liceali – Il liceo sperimentale di Oslo” (1971): un modello di scuola autogestita. Il libro-testimonianza di Mosse Jorgensen, direttrice del liceo sperimentale di Oslo alla fine degli anni ’60, ci permette di viaggiare nel tempo per rivivere le aspirazioni dei giovani studenti norvegesi di quel tempo, i quali riuscirono a creare da zero una scuola radicalmente differente rispetto a quelle convenzionali: una scuola democratica, in cui potevano decidere come gestire il tempo (delle lezioni), lo spazio (della scuola), le tematiche (dei programmi) e le risorse (finanziarie e umane della scuola). Leggiamone insieme alcuni estratti e discutiamo della loro attualità, confrontandoli con l’impostazione in vigore oggi!
Materiale necessario: nessuno
Numero di partecipanti: 15-20 persone
PERCORSO 3: I metodi d’insegnamento, tra tradizione e contestazione
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“Lettera a una professoressa” (1967): un invito a organizzarsi. Sul finire degli anni ’60, in un paesello della campagna toscana un prete esiliato dalla Chiesa, don Lorenzo Milani, dà vita ad una scuola per “recuperare” i figli dei contadini bocciati dalla scuola pubblica e destinati al lavoro nei campi. Da un profondo spirito umanista e da un innovativo metodo pedagogico, basato sulla partecipazione attiva degli alunni e sulla collaborazione tra di loro, nasce questo testo di dura critica dell’impostazione della scuola di allora: leggendone alcuni passi si potrà comprendere come varie problematiche siano rimaste tutt’ora irrisolte e riflettere su eventuali soluzioni da promuovere.
Materiale necessario: nessuno
Numero di partecipanti: 15-20 persone
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FILM: “Diario di un maestro” (1972, Italia). Questa mini-serie in 4 puntate realizzata dalla RAI nel 1972 narra le vicende di un giovane maestro di scuola elementare che si trova confrontato con la situazione di forte degrado sociale nella estrema periferia romana del tempo. I gravi problemi di assenteismo lo spingono a mettere in campo un approccio radicalmente differente rispetto a quello dei suoi colleghi, andando a recuperare gli alunni dispersi e incentrando le lezioni sui temi che li riguardavano da vicino e su cui avevano interesse a lavorare. Un’altra interessante testimonianza dell’inadeguatezza della scuola rispetto al proprio tempo e uno spunto per riflettere sui problemi presenti nella scuola attuale.
Materiale necessario: beamer, computer e impianto audio (il film completo è presente su Youtube)
Numero di partecipanti: nessun limite di partecipazione
LABORATORI
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Corsi di recupero e di sostegno: la crescente carenza di lezioni che possano permettere agli allievi di “colmare le proprie lacune” (usando il linguaggio corrente, peraltro discutibile) è certamente uno dei principali problemi della scuola ticinese. Per questo il 23 marzo, una giornata di scuola che ci si vorrebbe togliere, dovrebbe essere naturale predisporre dei momenti in cui studentesse e studenti, grazie alla collaborazione di docenti e (perché no?) di altri allievi precedentemente contattati, possano dedicarsi a questa attività.
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Atelier di preparazione della protesta: nel pomeriggio si dovrà essere in grado di mostrare verso l’esterno tutta la propria determinazione nel voler difendere questa scuola e nel volerne ampliare i diritti, perciò si dovrà essere in grado di ottenere l’attenzione necessaria a diffondere e affermare questa nostra volontà. A questo scopo, potrebbe rivelarsi utile preparare degli striscioni, dei cartelli e degli slogan da utilizzare nel corso della manifestazione che avrà luogo a Bellinzona: ecco quindi un modo per dare libero spazio alla creatività e all’ispirazione di ogni singolo partecipante all’iniziativa!
La manifestazione di protesta
Il successo del presidio di protesta del pomeriggio dipende dalla coordinazione con cui si riuscirà a trasferirsi da scuola a Bellinzona e con cui si organizzerà la presenza in piazza: per questo occorre stabilire un piano orario grazie a cui tutti i partecipanti provenienti da diverse scuole possano incontrarsi e dirigersi insieme verso il luogo della manifestazione.
Eccone una proposta:
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Partenza in treno da Mendrisio: S10 ore 12.06 (binario 3)
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Partenza in treno da Lugano: S10 ore 12.27 (binario 4)
(partenza da Lamone-Cadempino: S10 ore 12.31, binario 2)
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Arrivo alla stazione di Bellinzona: ore 12.56 (binario 4)
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Presidio di protesta in Piazza Governo: dalle ore 13.15 – 13.30
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Conferenza stampa congiunta: ore 14.30
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Bicchierata di fine manifestazione: dalle ore 15 – 15.30 (a Bellinzona, luogo da definire)
Solo la nostra determinazione può cambiare le cose!
I cambiamenti nel mondo della scuola possono avvenire in genere per due vie: una politica, tramite accordi siglati tra i partiti di governo che portano a gestire l’istruzione secondo modalità preordinate, e una sociale, rappresentata dalla mobilitazione che le componenti della scuola riescono a organizzare. Questa può portare alla creazione di un rapporto di forza sufficientemente solido da permettere di influenzare direttamente la politica scolastica vigente: è questo il cammino che dobbiamo intraprendere!
I risultati prodotti dalla prima possibilità li abbiamo sotto gli occhi e non sono certo incoraggianti, occorre perciò che la scuola pubblica si mobiliti a difesa della propria integrità e che si schieri in favore di un suo rafforzamento, in cui siano inclusi ampliamenti dei diritti dei suoi utenti (studenti e docenti in primis): se non ora, quando?
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